«Zackarina abitava in una casa sul mare, insieme alla sua mamma e al suo papà». Non ci viene detto molto di più della protagonista di Lupo Sabbioso. L'incontro che, attraverso le pittoriche illustrazioni di Alessandro Sanna, ci immaginiamo quasi perdersi in un mare di capelli neri e guizzante come sanno essere i bambini di 5 anni. Eppure attraverso i 15 capitoli che attraversano una calda estate in riva al mare, impariamo conoscere profondamente Zackarina, una bambina piena di domande, ricca di risorse, assolutamente presente a se stessa, curiosa, attenta, riflessiva, impulsiva, ricca di immaginazione, in moto perenne… insomma una bambina vera. I brevi capitoli autoconclusivi narrano brevi avventure e momenti della giornata di Zacakarina che si apre tendenzialmente in casa, si svolge in spiaggia e si conclude con il ritorno a casa. Il punto di svolta che dà il ritmo alla narrazione è l’incontro nel primo capitolo con Lupo Sabbioso: «La casa era piccola ma il mare era grande, e nel mare si poteva fare il bagno, almeno d’estate. Adesso era estate, c’era il sole e faceva caldo, e Zackarina voleva fare il bagno. Ma c’era un problema: non aveva il permesso di farlo da sola, e il papà non aveva voglia di scendere in spiaggia con lei». È nella noia e nella frustrazione sulla battigia dorata che in una buca emerge un lupetto, sabbioso appunto, un animale dal fare per certi versi aristocratico, ma che si rivela immediatamente un interessante interlocutore e poi un amico fedele di Zackarina.
Lupo sabbioso mangia la luce del sole e la luce della luna che lo fa diventare molto sapiente, abita sulla spiaggia in due case differenti, ma ugualmente accoglienti e dove inviterà spesso Zackarina a sorseggiare té profumati e a mangiare sogni di zucchero, ma cosa più importante Lupo Sabbioso sa tutto. Tutto.
Non immaginatevi avventure immaginifiche e scorrerie fantastiche, quelle che sono narrate con tono frizzante e attraverso una predilezione per i dialoghi (tra personaggi e tra Zackarina e Lupo sabbioso) sono storie quotidiane che aprono però un importante spiraglio sui pensieri, la vita interiore e la riflessione sull’esperienza che sono un luogo così poco percorso dell'infanzia.
Quelli che vengono custoditi nei 15 capitoli si rivelano, in fondo, 15 dialoghi filosofici, intorno a temi importanti che possiamo immaginare con naturalezza presenti in un animo bambino, nell’animo di una bimbetta di 5 anni. Impossibile, starete pensando! Invece è la narrazione stessa a smentire i più scettici.
Zackarina è una bambina attenta e da ogni piccola vicenda quotidiana coglie l’occasione per farsi una domanda: la mamma e il papà non possono giocare perché devono lavorare: perché? Appesa c’è una foto della mamma e del papà del tempo prima che Zackarina nascesse: lei dov’era? A tavola le gambe di Zackarina non vogliono fermarsi un attimo e mamma e papà ne rimangono seccati: ha senso rimanere fermi? Il papà è arrabbiato perché non trova le chiavi della macchina: che senso ha lamentarsi?
Non c’è mai una trattazione astratta, Zackarina, partendo da ciò che le succede si interroga, si domanda e quasi inevitabilmente durante le spensierate esperienze intorno al mare, tra sassi, arbusti, sabbia e insieme al suo amico lupo, porterà ogni giorno a casa un sassolino di consapevolezza. Questo è il cuore dei capitoli, ma intorno c’è la vita di una bambina di 5 anni che gioca a inventarsi lingue nuove e strabilianti («“Sussuri sibiri fruscioli suisc suosc” disse. Lupo Sabbioso sentì subito che stava parlando del vento»), che ri-insegna ai suoi genitori la bellezza di sentire la vita che scorre nelle gambe e nella testa («Non si può restare fermi / come pachi-pachidermi / quando il corpo è tutto un guizzo / e ti salta il ghiribizzo / e le gambe, quelle matte / non stan più nelle ciabatte!») che prende il té nascosta in un cespuglio e che canta a perdifiato, che ha paura del buio e che pensa all’universo, ma non di giorno («non tanto di giorno, perché aveva molto da fare, e il cielo azzurro, allora, era come un soffitto, un soffitto quasi normale che aveva l’unica particolarità di stare molto in alto»).
Ciò che Zackarina impara, lo impara grazie all’esperienza, non è mai un insegnamento o un discorso che commenta un fatto, certamente però la relazione con il suo amico lupo è sempre l’occasione per guardare agli avvenimenti in modo differente: «“Guarda che [la gazza] sta cercando di dirti qualcosa” disse “Ma visto che non vuoi ascoltare, le tocca ripetere molte volte la stessa cosa”. Zackarina si incuriosì. […] “Le lagne” disse chiudendo gli occhi “sono come le chiacchiere che s’incantano. Chiacchiere che non funzionano, e in genere il problema è nelle orecchie”».
La narrazione è davvero scorrevole, le avventure mai scontate restituiscono una statura (alta!) del bambino a cui spesso non si è abituati o che si dà per scontata. La dimensione familiare, quella solitarie e la relazione di amicizia scorciano un orizzonte che sembra limitato, ma che si rivela ricchissimo. La scansione a capitoli rende il testo perfetto per le prime letture lunghe condivise (dai 5 anni), ma anche un ottimo libro per la lettura autonoma dagli 8 anni (terzo anno primaria).
Un piccolo gioiello, lucente come la sabbia d'estate.
P.S. ho avanzato le mie perplessità all’editore sul formato e il design un po’ vecchio della collana e ho scoperto che la stampa a caratteri grossi con larghi margini laterali e il formato pesante nasceva dall’esigenza di favorire il maneggiare autonomamente il libro a favore dei bambini non ancora rodatissimi nella lettura solitaria: una scoperta!
Lupo sabbioso. L’incontro
Åsa Lind - Alessandro Sanna - Laura Cangemi (traduttrice)
128 pagine
Anno: 2009
Prezzo: 15,50 €
ISBN: 9788895818191