Miss dicembre e il clan di luna di Antonia Murgo è un’opera prima davvero elettrizzante: un romanzo ricco, inaspettato, con una lingua densa di colori, profumi e immagini costruite in modo superbo. Un gioiellino che viene ben descritto dalla risposta che il lettore potrebbe fornire alla dedica che lo apre:

«Ad Antonio, buh! Te lo aspettavi?»

La risposta non può che essere: no!

Questo romanzo è arguto, sottile, gentile, profumato, un piccolo gioiellino letterario che si costruisce, intrecciando fittamente grandi scorci letterari, elaborandoli in modo originale.

«Dicembre spalancò la bocca si stropicciò gli occhi. C’era un bambino nel comignolo della casa»

La protagonista è una bambina di cui non sappiamo praticamente niente, se non che possiede uno stupendo cappello a forma di tendone del circo e che al circo - ci racconterà lungo lo scorrere delle pagine - ha lavorato misurandosi con diversi numeri e diversi impieghi (trapezista, funambola, acrobata…).

Non sappiamo niente della sua famiglia neanche il suo nome ha una spiegazione: Dicembre, chissà perché! 

La incontriamo ad un colloquio di lavoro, una ragazzina di 15 anni che si propone come bambinaia… Le sue doti non sono così spiccate, lei stessa non ha mai accudito nessun bambino, eppure mister Moonro rimane colpito: 

«Un’imbranata che può fare acrobazie»

Perché Corvin, 11 anni, come potete immaginare, è un bambino inconsueto.

«I suoi capelli erano folti e scuri, talmente folti che potevano essere volute di fumo che aleggiavano sulla sua testa, talmente scuri che potevano essersi abbrustoliti in quell’istante»

E in effetti Corvin è un bambino spiritello, capace di trasformarsi in fumo e nascondersi dentro il vetro di una lampada a olio, un ragazzino che tanto ricorda l’indomito e impertinente Peter Pan di Barrie, un ragazzino che brucia, svicola, salta, si trasforma…

Un ragazzino impertinente e deciso che cerca immediatamente di disfarsi della bambinaia poco più vecchia di lui e che la farà faticare nel conquistare il suo cuore.

«Un tipetto, come dire, fumantino»

Corvin è rappresentato perfettamente dalla metafora del fumo: «continuava essere sgarbato e scostante: in forma di bambino brontolava in forma di vapore ribolliva».

Ma Dicembre è la bambina(ia) giusta: non ha niente da difendere ed è abituata a vivere schiettamente e spontaneamente nei suoi panni con molta libertà.

Il rapporto che inizialmente sembrerà sbilanciato, diventerà un’amicizia e guiderà entrambi allo sbocciare, così come accade (in parte) in Peter Pan e poi Nel giardino segreto.

L’ambientazione è vittoriana e magica, ma soprattutto è animata da colori, profumi, rumori, voci e metafore che impreziosiscono una lingua curata e vivida:

«Dicembre sentì gli spifferi che si azzuffavano intorno alle caviglie»

«La sua voce riecheggiò oltre il ballatoio come un sacchetto di biglie in un tombino»

«con la voce sottile come un fiore di carta dentro un cappello»

«maglioni blu notte, color candela, foschia gialla del tramonto, rosa bruma del mattino e altri colori nebulosi che Dicembre non aveva mai sentito nominare»

Il romanzo è perfettamente architettato, deliziosamente cesallato e scorrevole. Dicembre scoprirà di essere finita in una casa magica, all’interno di una sorta di boule de neige dove è sempre caldo: la magia del suo datore di lavoro e del suo bambino mantengono questo incanto, sì perché mister Moonro e Corvin altro non sono nient’altro che l’Uomo nero e il figlio dell’Uomo nero.

«Un lavoro tramandato nella mia famiglia da generazioni. “Ci deve sempre essere una grande paura, una paura che faccia sembrare tutte le altre insignificanti”. Così mi diceva mio padre. e così diceva suo padre a lui»

Il tema della paura e si intreccia magistralmente ad un’avventura di amicizia, stima reciproca e crescita.

Che ruolo ha la paura nell’infanzia? È giusto eliminare l’Uomo nero dalla nostra vita? Permettere ai bambini di pensare ad un mondo senza cattivi dietro le porte?

Mister Moonro ci offre un punto di vista interessante:

«Il punto è che reagiscono. Da soli o con un po’ di aiuto, sconfiggono la paura. E se da bambini sconfiggono la paura dell’Uomo Nero, da grandi sconfiggeranno anche tutte le altre. Bene, ora che lo sa pensa ancora che io sia un mostro?»

Il racconto è ricco di fili che esondano le parole e ci raccontano di trame e storie molto più ampie, la vicenda si arricchisce continuamente di svolte avventurose e misteri: c’è un fratello perduto che appartiene al Clan di luna, un soffietto che viene affidato a Dicembre e che dovrebbe essere un’arma, ma per fare cosa? C’è una governante che fa delle crostatine alla ciliegie superlative.

Scopriamo poi che essere un bambino capace di trasformarsi in volute di fumo non è solo una magia esaltante: Corvin esempio non ho mai potuto giocare con la neve!

E poi c’è tutta la questione del Clan e della predestinazione: si può poter/voler essere qualcosa di diverso da ciò a cui si è predestinati? 

«Non era soltanto intrappolato nella sua casa, ma anche in un destino che non aveva scelto»

Dicembre cercherà di fare compagnia a Corvin con semplicità:

«Forse oltre a tenerlo d’occhio, poteva tenergli compagnia»

Ma non finisce qui. Scopriamo che c’è qualcuno che vuole distruggere il Clan di luna qualcuno che teme la paura più di quanto tema l’Uomo Nero, ci sono attizzatoi magici, e un fratello, Ovest, a cui piace pensare di «aver barattato i poteri con il senso dell’umorismo»

Un esordio scintillante e un piccolo capolavoro che vi consiglio di non perdere, per lettori dagli 8 anni, ma in condivisa anche prima!

La paura, rende coraggiosi?

[shareaholic app="share_buttons" id="15118398"]
Miss Dicembre e il clan di luna Antonia Murgo 224 pagine Anno 2022 Prezzo 15,00€ ISBN 9788830118218 Editore Bompiani
Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *