I bambini da sempre sono affascinati dalle storie che accadono e si compiono mentre loro non sono coscienti. La consapevolezza dell’incoscienza segna un passo di coscienza di sé importante e atavico che fa emergere grandi paure ed è per questo che è capace di affascinare ed intimorire profondamente allo stesso momento.
Non è un caso che le storie che si svolgono di notte, nei sogni o mentre il bambino non c’è siano moltissime in ambito letterario e amatissime dai piccoli lettori per la normalizzazione di questa ambivalenza molto temuta.
Le storie che risultano più apprezzate utilizzano poi un espediente sottile: è una proiezione del bambino a vivere ciò che lui non può nel momento di “lontananza” della coscienza. I pupazzi sono le figure che più rassicurano in questo senso, vivendo idealmente già in due mondi: nella realtà e nel mondo dell’immaginazione.
Nino di Anne Bouillard è un esempio limpido di una bella storia raccontata, appunto, attraverso gli occhi di un pupazzo che viene inavvertitamente perduto da Simone addormentato sul passeggino, mentre con i suoi genitori passeggia nel bosco.Nino rimane solo sul sentiero. Che paura, pensiamo!
Ma gli animali del bosco si fanno subito compagni di questo pupazzo perduto.
«Coniglio invita Nino a prendere il tè a casa sua. Coniglio ha una famiglia numerosa ma quest’ora dormono tutti»
Quello che si dispiega agli occhi e alle orecchie dei lettori è un mondo accogliente, caldo, vivo.
Un mondo di tane e pertugi, un mondo sotto gli occhi di tutti eppure nascosto ai grandi, un mondo che appare agli occhi dei piccoli, dei pupazzi e dei bambini.
Le tane come le casette e i nascondini dei bambini sono riccamente arredate con piccole teiere, stufe scoppiettanti, piccole scatoline, ciotoline, fiori appesi al soffitto…
Mino passa dal tè e dalla torta di carote, nella tana di coniglio, alla scoperta della casa di scoiattolo con le gerle piene di nocciole e i funghi appoggiati a seccare.
Poi su tra i rami spogli e i sempreverdi che salutano il tramonto insieme alle cince.
Dall’alto Nino ha occasione di godere di una vista d’insieme mozzafiato e malinconica allo stesso tempo: dove sarà Simone? In quale di quelle case degli umani starà lo cercando disperato?
La notte trascorre insieme a volpe che come uno spirito benefico nordico, il tomte, attraversa il bosco, come un nume tutelare, prendendosi cura degli animali feriti e informandosi del benessere di tutti, anche solo con una parole gentile.
Il viaggio si conclude tra le coltri morbide e profumate del letto di Coniglio fino a quando, al sorgere del sole, Nino “si sdraia a terra, esattamente dov’era caduto dal passeggino“ permettendo al Simone di ritrovarlo lì.
«“Avrà un mucchio di cose da raccontare a Simone” dice il papà»
È proprio così! Quante storie i nostri pupazzi raccontano ai bambini nella loro infanzia!
La luce riflessa nel bosco, l’attenzione alla resa della biodiversità del bosco, i colori intimi e gli scorci privati rendono questo libro, un luogo accogliente e caloroso in cui abitare.
Un libro semplice che percorre sapientemente la strada sul filo della paura e della rassicurazione con delle immagini accurate e che certamente farà compagnia ad ogni bambino dai tre anni.