Uffa! è un fumetto di Anke Kuhl, illustratrice tedesca, che raccoglie in questo allegro volume i ricordi della sua infanzia negli anni ’70, ricordi familiari che hanno un orizzonte che va dal terrore del cane in fondo al quartiere, alle serate in casa dei nonni… una collezione di grandi eventi che accadono nell’infanzia (non primissima) come mettere gli occhiali o essere operati di appendicite.
Il libro raccoglie 18 micro avventure al cui centro troviamo, sì, una famiglia, ma soprattutto due sorelle Eva e Anke, due bambine di 8-10 anni, al massimo.
A differenza di quanto accade in altri testi dove i protagonisti più piccoli condividono con i lettori giochi, attimi o scoperte che appartengono all’infanzia del passato ma, in ugual modo, all’infanzia contemporanea, queste avventure, per il fatto che le protagoniste mostrano qualche anno in più, sono molto personali e uniche: il giorno in cui si fecero venire fuori l’ernia inguinale, i balletti degli Abba, il coniglio a cui si era staccato il naso…
Questi ricordi molto specifici difficilmente potranno essere condivisi esattamente dai lettori contemporanei, tuttavia ciò che rende queste storie non solo comprensibili e godibili, ma anche ricche di spirito e di allegria è la spiccata capacità dell’autrice di raccontare le dinamiche relazionali e le emozioni che ogni fatto porta con sé e questo appartiene al passato come al presente.
«“Ma rivoglio le mie mutande.” “Va bene, intanto puoi scegliertene una delle mie. Ok?” “Ok.. Ma delle tue BUONE” “Sì, sì” “Quelle lì” “MA È UNA CATTIVERIA! Lo sai che quelle sono le mie preferite!” “Buon pianto.”»
Probabilmente i ragazzi di oggi non indossano i pantaloni a zampa di elefante o quelle salopette di jeans e certamente i genitori attuali non hanno il casco in casa per fissare l’acconciatura e non amano le capigliature “a fungo”, tuttavia i momenti di stupidera con la propria sorella, i vestiti rubati, le prese in giro al papà, la complicità con i nonni, le prove di coraggio, i balletti con le amiche… sono tutte esperienze che diversamente declinate tutti ragazzi vivono anche oggi.
È una certezza che le sorelle maggiori cercheranno sempre di fregarti, quando ti strapperanno la promessa di «una leccatina soltanto» al gelato:
«“MAMMAAAA! Eva ha mangiato un pezzo enorme del mio gelato!!!”»
Ecco queste avventure non sono né più né meno che una gioiosa raccolta di episodi di vita, come i titoli testimoniano: Brutti pensieri, Insalata da Barbie, Il terribile gioco della tortura, Il gelato, L’incidente…
La particolarità delle storie, data dai ricordi precisi dell’autrice, rende le narrazioni molto gustose, tra prove di coraggio che, nel caso di Eva e Anche, consistono nell’annusare a fondo la puzza dentro un vaso con l’acqua marcia, i giochi con gli scopini del water, i giochi a carte con i nonni e i programmi con i giochi a premi…
Come è tipico degli autori tedeschi, non ci sono filtri moralistici nei racconti e quindi si assiste alla scena splatter del coniglio che rimane con un naso quasi staccato dal muso ma anche al vomito a getto che conduce Eva diretta in sala operatoria a causa dell’appendicite, c’è una litigata furibonda dei genitori («Mia madre dice che mio padre deve spiegare che succede e che ha rovinato tutto e che almeno avrebbe dovuto pensare a noi bambine e parla continuamente e mio padre non dice niente…») che fa correre Eva e Anke dirette nel lettone dei nonni, al piano di sopra, ma c’è anche una nottata tormentata di Anke che pensa alla fine del mondo, il racconto della volta in cui rubarono un cavoletto dal fruttivendolo, la paura del giorno in cui la mamma fa un incidente in automobile…
Niente di forzato o di retorico, la vita è così e infatti va avanti serena, e i guai si ricompongono.
Il fumetto è divertente dalla prima all’ultima pagina.
Una organizzazione molto regolare delle vignette e i balloon, stampati in modo chiaro con sfondo sempre bianco, rendono queste storie perfette per una lettura dei primi lettori dai 6-7 anni, perfetta anche per qualche ex-bambina negli anni ’70-’80 che si rivedrà in modo spiritoso.
P.S. mi ha fatto molto ridere il sottotitolo, Come sono andate veramente le cose, che fa supporre che la versione del racconto possa avere delle varianti che Eva racconterebbe in modo diverso: sarebbe interessante chiederglielo!