Chiudo il mese dedicato ai libri sul Natale con un libro gentile che parla della magia contagiosa che permette ai bambini di vedere ben oltre le apparenze, soprattutto se si tratta di Babbo Natale.
Piccolo Yeti di Angélique Leone e Christine Davenier racconta di un piccolo yeti che, come tradizione (specchiata) vuole, non può avvicinarsi agli umani, perché pericolosissimi … Ma quanto può essere triste giocare da soli ogni giorno?!?
Così complice la richiesta di agrifoglio fresco, il piccolo yeti si spinge un po’ oltre la solita strada, un po’ più lontano dalla grotta sicura… fino a che si imbatte in tre bambini umani e li segue.
Il villaggio di case di legno sommerso dalla neve è solitario dopo il sorgere della luna e quella sala illuminata con dei dolcetti abbandonati sotto l'albero illuminato sono un richiamo troppo forte. Agghindato con dei cenci rossi trovati in giro, il piccolo yeti si avventura dentro casa e… il bambino di casa lo scambio per Babbo Natale!
«“Devi aspettare che mi sia addormentato per portarmi i doni. Sei in anticipo! Sono buoni i biscotti! Sei venuto con la slitta? Non ho sentito nessun rumore là fuori. Dove sono le renne? Che barba folta che hai, si vedono solo gli occhi! Mi leggi una storia? No, aspetta, te la leggo io!”»
La zona franca che l’infanzia sa ritagliarsi in occasioni impensabili è ammirevole e stupefacente. Il piccolo yeti andrà via con il cuore leggero di un pregiudizio smontato e il piccolo umano troverà un gioco in legno lasciato da quello che era Babbo Natale…. o uno yeti?
Il testo è semplice e descrittivo e le ampie e ariose illustrazioni di Christine Davenier ci catapultano tra i toni di blu e bianco del Nord.
Una storia semplice ma curiosa.