Avete concluso tutti gli inserimenti o siete ancora immersi nelle giornate iniziali di accompagnamento e affiancamento del vostro bambino a scuola?
Che abbiate iniziato, concluso, o siate ancora all’interno del marasma dei rivolgimenti sono certa che, come la maggior parte dei genitori nel mondo, stiate già accusando i contraccolpi che ogni novità determina nella routine del sonno.
Deve saperlo bene Anete Melece che firma per Orecchio acerbo un albo spassosissimo intitolato Il sonno rubato, una storia che ha la capacità di raccontare con ironia e leggerezza lo stallo temutissimo di ogni genitore, sintetizzato dalla frase: “non ho sonno”.
Il racconto si apre con Stella, una bimbetta di età prescolare, già in pigiama che saluta la mamma pronta ad andare a letto accompagnata dal papà.
«È più facile addormentarsi se prima si legge un libro» recita molto sicuro il testo e l’immagine ci mostra una felice Stella accoccolarsi col papà, pronta all’ascolto di una storia.
La didascalia però, posta nella posizione diametralmente opposta nella pagina, sembra però smentire le rosee previsioni: la storia finisce troppo in fretta… e, come capita sempre, al primo libro ne seguono altri 9 libri che Stella desidera leggere esattamente quella sera. Il padre è stremato, almeno quanto Stella è su di giri.
«Ma anche dopo nove libri, Stella non ha sonno»
L’incubo di ogni genitore sta ormai prendendo forma, ma il papà di Stella ha un piano!
«Papà chiama il centralino del sonno. “Dov’è finito il nostro sonno?”»
Con un salto pindarico davvero esilarante, dall’altra parte del filo telefonico appare l’ipotetico ufficio di smistamento e di controllo del sonno, gestito da un folletto in pigiama che con perfetta efficienza comunica al papà che il sonno risulta essere già stato consegnato.
«“Spiacenti, ma risulta che il sonno sia già stato inviato a via del fiume 22, appartamento 5. E che sia stato anche ritirato”»
Pare non esserci altra soluzione che ingaggiare qualcuno che investighi sull’accaduto:
«“Sembra che qualcuno ti abbia rubato il sonno. Presto chiamiamo i detective!»
Il caso è spinoso e papà e Stella ingaggiano i migliori sul campo: Ippopotamo, Fenicottero e Bobby il cane di legno con le rotelle.
I pupazzi iniziano a interrogare tutti gli altri giocattoli, ma nessuno sembra aver visto nulla di insolito né sembra aver ritirato alcun sonno. L’indagine si sposta in cucina, in bagno, in sala…viene messo alle strette anche l’aspirapolvere, che con la sua mania di inghiottire tutto potrebbe averlo risucchiato… (la reazione dell’ippopotamo al discorso filosofico dell'aspirapolvere, mi ha fatto morire dal ridere!).
Niente da fare: il sonno non si trova da nessuna parte. Rimane un unico posto in cui nessuno è andato a controllare: la camere dove la mamma si è ritirata per lavorare.
Evviva! Svelato il mistero! Sommo giubilo! Ecco chi ha ritirato il sonno di Stella: la mamma!
Il papà, a questo punto, chiama il centralino per ricevere il sonno di emergenza.
Tutto bene quel che finisce bene, almeno apparentemente. Il papà stremato è riuscito infatti a mettere finalmente a letto la piccola Stella, ma il suo destino sembra quello di non riuscire a riposare perché adesso …. è il sonno della mamma a essere sparito!
Le illustrazioni a pennarello di Anete Melece, già premio Orbil nel 2020 per Il chiosco, sono gioiose e divertenti. Le citazioni interne di giocattoli famosi, di libri eccellenti richiamano una quotidianità reale, ma soprattutto l’uniformità illustrativa che equipara realtà e finzione crea un’armonia ricca di humour.
È un libro sulla notte eppure c’è pochissimo nero, pochissimo buio: tutto è animato da colori sgargianti come i rosa, i gialli, gli azzurri e i verdi.
Il libro riesce a trattare un tema assai spinoso in tono scanzonato, coinvolgendo tra gli interlocutori anche i bambini alle cui spalle spesso si parla (maledicendoli, di solito: pensate a Fai sta cazzo di nanna!).
Il testo si gioca tra didascalie e fumetti e crea uno spazio teatrale che invoglia alla lettura partecipata ad alta voce e che permette un’immedesimazione che può trasferirsi come gioco nella realtà: l’opzione di chiamare anche voi la centralina del sonno può trasformarsi in una reale possibilità!
Le grandi tavole illustrate giocano con il medium del fumetto con dinamicità, attraversando i confini della pagina come se fossero vignette.
Un buon libro che ha il pregio di raccontare una storia divertente sul sonno, senza cadere nella tentazione di insegnare tecniche risolutive, ma inserendo con naturalezza questo scorcio di vita nella normalità.
Un libro divertente, ricco di humour da leggere sempre e non solo quando il sonno è stato rubato!