La storia d’esordio italiano di Amy Timberlake, Tasso e Puzzola, è una storia indimenticabile per gli spazi ricchi di dettagli, ninnoli e profumi e per le storie dei personaggi che la abitano di cui i lettori intuiscono la complessità e il fascino e che scrutano con una curiosità contagiosa.
Tasso, uno studioso di «sassi» appassionato e solitario, vive in una casetta a schiera da cui non si allontana mai, a dirla tutta vive nella sala che ha adibito a suo spazio personale per lo studio e la ricerca delle sue pietre. In un tran tran grigio e apparentemente freddo entro cui Tasso sembra non aver bisogno di niente oltre al silenzio e ai suoi sassi, arriva una Puzzola, una travolgente Puzzola, invitata ad abitare dalla stessa adorabile zia Lula nella stessa piccola casetta a schiera.
Puzzola prepara la cioccolata e muffin caldi alla fragola e cannelle la mattina e lo fa anche per Tasso, schiaccia le scatole vuote e ha un fischietto per le galline. La reazione di Tasso, maniaco dell’ordine, abitudinario e con qualche fissazione che solo l’ukulele sa pacificare, è di rifiuto quasi categorico e il desiderio di buttare fuori dalla sua vita e dal suo spazio Puzzola diventa un imperativo. Eppure Puzzola scava e ricava uno spazio nel cuore di Tasso, progressivamente, senza fretta, amorevolmente e lo fa non tanto grazie alla sua (comunque) travolgente personalità, ma lo fa soprattutto, spingendo nel campo visivo di Tasso la vita al di fuori del suo ego. Tasso si accorge di non aver mai guardato la luna, invece Puzzola ha una stanza della Luna e legge le storie alle galline, e il quartiere (il mondo!) al di fuori della sua stanza dei sassi si mostra ricco di possibilità. Questo sbilanciamento al di fuori di sé è un viaggio affascinante e stupefacente. E anche quando Tasso sembra aver trovato il modo di cacciare Puzzola dalla sua vita, anzi proprio quando Tasso riesce a cacciare Puzzola dalla sua casa è allora che si accorge che la vita rischia di ritornare al colore e al sapore insipido del latte freddo e cereali e capisce che l’amicizia ha un sapore, un colore e anche un odore indimenticabile.
Galline, ukulele, ricci che leggono il giornale, ermelline postine, galline che amano i pop corn… non si smette di incantarsi e stupirsi pagina dopo pagina.
La storia è ricca di profumi e di tutti quei dettagli superflui, come il gusto dei muffin la mattina e la razza delle galline (dalla Jersey gigante alla Livornese), che rende la storia unica e adorabile: viene voglia di andare ad accarezzare una Orloff.
Ed è una storia anche ricca di mistero: che cosa fa davvero Puzzola con le Galline? e Tasso cosa faceva prima? Una miriade di spazi e di stanze che il lettore può riempire di senso e storie, secondo il proprio personale sentire.
Amy Timberlake tratteggia una storia di amicizia che spiazza e conquista, con un ritmo orecchiabile e una lingua fresca e precisa, che ama descrivere le piccolezze e le sfumature, con allegria ed entusiasmo.
Jon Klassen rende questo romanzo vibrante negli scorci che riesce a pennellare con i suoi marroni e la luce di cui si serve per creare il calore familiare che si crea nelle casa vissute e amate.
La storia è perfetta per essere letta in condivisione dai 5 anni e ugualmente splendida da consigliare dai 7-8 anni in autonomia.
Un’autrice da scoprire.