Non capisco molto di musica e non ho guardato neanche un minuto del festival del Sanremo. Tuttavia, per lavoro, frequentare i social è una necessità e in questi giorni sono scorse davanti ai miei occhi moltissime foto che riprendevano i costumi, le canzoni e i monologhi di una kermesse che, al di là di ogni considerazione, fa storia della cultura italiana.

La mia impressione su ciò che ho visto – al di là di qualsiasi giudizio che non ho le competenze per offrire – è stata di un grande conformismo, di una grande uniformità di gesti, scelte e codici visivi. Nulla ai miei occhi spiccava nel mare di istantanee, nulla ai miei occhi sapeva di “nuovo”.

Non mi ha stupito dunque leggere oggi le dichiarazioni dei vincitori che tutto mi sono sembrate tranne che anticonformiste, dichiarazioni che inoltre parlavano degli insegnanti in termini che “più omologati di così si muore”: maestri che li zittivano e non li valorizzavano.

In questi giorni, quindi, mentre riflettevo su quale libro proporre per la festa della donna, mi sono domandata cosa significasse oggi essere “anticonformisti”, e ho avuto un moto di tristezza perché questa sbandierata libertà mi è sembrata tanto uguale a se stessa da sembrare una fotocopia e declinata in modo identico e seriale in tutto quello che ho visto scorrermi davanti agli occhi.

Io e gli altri di Amanda Cley e Cecilia Ferri ha trovato le parole giuste che cercavo e mi ha conquistato già dalla quarta di copertina: «Anche tu come loro?»

Cecilia Ferri ha capacità illustrative davvero incredibili e in questo albo, scritto da Amanda Cley, emergono con una nitidezza limpida.

«Puoi provare a essere uguale agli altri. A vedere le cose attraverso i loro occhi»

Un ragazzo travestito da lupo vive in mondo di lupi e di ragazzi con pelli di lupo (ma anche volpi, tassi e cornacchie) calate sulle spalle. Il fascino del protagonista nella sua pelle da lupo è magnetico: gli occhi assorti, lo sguardo sospeso, un colore algido degli occhi che nasconde una malinconia profonda come un pozzo senza fondo e capace di travolgere i lettori in una tristezza che mozza il fiato. 

«Il branco accoglie, nasconde, protegge»

L’empatia, il guardare il mondo con gli occhi altrui, il mettersi (letteralmente) nei panni di un altro… possono essere una posizione negativa? Impossibile!

«E hai bisogno di un legame»: quanto è vero! 

Eppure cosa vale tutto ciò se non sai chi sei? Quanto vale nascondere parti di te, fino a non ritrovarti, «fino a non riconoscerti più»?

Queste frasi lapidarie necessitano di essere lette lentamente. La loro crudezza è provocante, perché vera.

Convertirsi, cambiare, riconoscere di essere altro, parte da un disagio e arriva ad una scelta, che sembra semplice e che si vorrebbe essere leggera e solo piena di vantaggi, ma la verità è che conoscere se stessi è un lavoro di conquista quotidiano che spesso richiede delle rinunce, che molte volte è sfidante, che frequentemente è faticoso. Ci si trova «dall’altra parte», circondati da lupi tutti uguali.

Cosa ci si guadagna?

Essere te stesso.

Il che vuol dire magari mantenere la pelle del lupo, ma non comporta automaticamente diventare persecutore dei lupi per cancellare quello che si era... perché non è nella rabbia o nella contrapposizione che si capisce chi si è, ma nell’accettazione e nella ricerca paziente di sé.

Un albo per adolescenti, per adulti, per uomini e donne, che centra e ricentra il punto di ogni promessa di realizzazione personale: per essere felici, più che trasgressivi, ribelli, intelligenti, artisti… bisogna dare a se stessi l’occasione di essere semplicemente sé.

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Io e gli altri Amanda Cley - Cecilia Ferri 32 pagine Anno 2020 Prezzo 16,00€ ISBN 9788867451333 Editore Kite
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