Quello che vediamo è davvero tutto quello che c’è? La siepe di Leopardi (citata anche nella dedica) è l’esempio letterario per eccellenza di un testo che racconta dello spazio infinito da cui siamo circondati e dello sguardo che, pur anche desideroso, non riesce mai a cogliere tutto, a contenere tutto quello che c’è.
Avete mai guardato le montagne, siete riuscite a tenerle nell’occhio in tutta la loro maestosità nello stesso istante?
Allegra Agliardi parte proprio dall’occhio.
«Guardati intorno e immagina di…»
Le pagine sono progettate per dialogare a doppie coppie, nella prima doppia pagina ci si immagina in un preciso punto di osservazione (un cespuglio, un oblò, un binocolo, l’interno di una tana, una finestra…) e l’illustrazione mostra cosa ciò che l’occhio vede, incorniciato od ostacolato da quella simbolica siepe. La doppia pagina successiva, invece, si riempie della vastità di ciò che c’è oltre il dettaglio che lo sguardo aveva inizialmente visto. Le pagine di destra, a due a due, sono esattamente sovrapponibili, anche se la prima tavola mostra solo una porzione, mentre la seconda l’intero, o meglio un dettaglio, ma più vasto. Oltre le foglie appena intraviste dall’interno di un uovo, ecco un cielo azzurro, uno scoiattolo che fugge, una farfalla che svolazza. Oltre le mani festanti e la sabbia dorata spiate dal buco della serratura di una cabina, in uno stabilimento balneare, ecco il mare, una palla rossa, un gatto nero, un ombrellone e un bicchiere di menta fredda appena appoggiato sul vassoio. Le illustrazioni, così contenute nella pagina del punto di vista, esplodono in quella successiva, traboccano i limiti fisici del foglio e ci fanno intuire un ulteriore “oltre” che le pagine, un altro punto di vista (!), non contengono. Dove conduce la strada sterrata su cui si inerpica la bici? E la palla che rimbalza in strada da dove sbuca e dove va?
L’illustratrice intesse un ulteriore filo che lega tutte le pagine, una dopo l'altra, come a costruire un universo di frammenti in più dimensioni: mondi infiniti contenuti e contenenti, adiacenti e consecutivi, veri e immaginati.
Superare la soglia diventa un esercizio di sguardo, ma anche di immaginazione.
I colori stesi con effetto pastellato, imperfetti e ricchi di movimenti interni, lo stile infantile e bidimensionale rendono questo albo - all’analisi complesso e studiato nei dettagli - semplice e schietto, bello e ricco di storie intriganti e interessanti che affascineranno anche i bambini più piccoli (dai 3 anni).
«Vedere quello che ancora non riesci a vedere, diventare pesce…»
Un albo poetico che non finisce mai e che invita a non farsi mai bastare ciò che si vede.
P.S. non ho idea del progetto iniziale dell’autrice, ma credo che un libro fustellato sarebbe stato interessante per il più evidente nesso tra le pagine.