Faeti si domandava ormai anni fa: i ragazzi contemporanei hanno ancora la possibilità di partire per la loro isola del tesoro? Di lasciarsi alle spalle la casa, la famiglia e di vivere avventure in luoghi inesplorati e pericolosi dove rischiare la vita e da cui tornare cambiati per sempre?
La domanda è apertissima, in una contemporaneità dove il controllo sembra l’unica soluzione e in una situazione che sembra costantemente emergenziale. Quanto giocano all’esterno, da soli, i bambini? Quanto tempo trascorrono insieme agli amici senza adulti intorno?
Eppure ogni infanzia cerca le proprie isole, perché i desideri non si sopiscono e non cambiano mai.
La notte rimane uno degli ultimi spazi di libertà: il controllo genitoriale si fa meno stringente e l’accesso al sogno permette di esplorare luoghi di sé che forse non si sapeva di custodire e luoghi fuori di sé che forse non si vedono con la luce.
Di notte di Alice Keller e Veronica Truttero è un libro che ha la forma dell’albo illustrato, ma che sceglie una narrazione molto più affine al fumetto e che ci racconta uno di questi sconfinamenti, una di queste esplorazioni.
Neanche a dirlo (pensate a Peter Pan), planiamo nella storia in volo, dall’alto, calando dal cielo rosato presso la finestra illuminata di una casa e poi all’interno.
Una poesia offre le coordinate e segna, in modo sottile, il passo della narrazione successiva che, pur non sempre esplicitamente in rima, ha un ritmo regolare e un’armonia basata su allitterazioni e assonanze:

«È bella la notte perché puoi appoggiare i pensieri
tra le luci
le case
i sentieri
e più su, sulla collina,
tra i cortili deserti,
i fossi,
i pollai,
i cipressi,
nel buio piatto, eterno,
di quella calma che scorre, di chi vive di notte
mentre la gente dorme»

Il protagonista è un bambino, apparentemente piccolo, che nonostante l’imperiosa prescrizione genitoriale («“Sono le nove! Tutti a letto senza fare storie!”»), sfrutta il prezioso margine di distrazione (la mamma continua a chiacchierare…), coglie l’occasione al volo e parte. D’altronde a che altro serve rimanere svegli la sera, se non per avere spazi di libertà?

«Nessuno di noi gliel’aveva ricordato.
Mi piace rimanere sveglio, ogni minuto rubato»

Il richiamo all’avventura pare celarsi tra i libri della libreria (tra i quali spicca Peter Pan): una porticina socchiusa da cui trapela un filo di luce gialla. Attraversarla è un attimo, ritrovarsi in un altro mondo è un istante.

«Leggere ancora un libro.
Nascondermi quando gli altri mi cercano»

Quello che si è raggiunto, è riconosciuto dal protagonista come un “altro mondo” sebbene apparentemente identico a quello di provenienza.
La differenza potrebbe essere una questione di dimensioni, ci suggerisce l’imponente civetta che cala pericolosamente accanto al protagonista.
Gli spiriti notturni si agitano ne buio, scivolano nella notte, sorprendono… eppure quello che sembrava essere un antagonista si rivela invece un compagno, un traghettatore:

«Siamo amici adesso?
Andiamo, allora, mi tengo stretto!»

Il protagonista si alza in volo, sul dorso della civetta, sorvola la città e, mentre scruta l’interno delle case illuminate, solo i bambini e gli animali si accorgono della loro presenza.

«Il buio avvolge, la luna rischiara.
Se chiudo gli occhi, qualcosa mi chiama»

In una sequenza cinematografica il campo si restringe sempre più sull’occhio chiuso del protagonista, per poi riaprire il campo: il bambino si è addormentato con la testa su un libro. È stato tutto un sogno?

«Mi piace avere un segreto con cui iniziare la giornata»

In un dialogo sottile ma particolarmente efficace tra giallo e blu, la Truttero ci accompagna in una notte impreziosita e percorsa da una luce intensa e calda. Il testo centellinato e posato ci racconta l’abbrivio dei viaggi che partono dai libri per raggiungerci nel mondo, quello vero.
Quante porticine aprono le storie? Le avete mai varcate?

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Di notte Alice Keller - Veronica Truttero 56 pagine Anno 2024 Prezzo 17,90€ ISBN 9791254641149 Editore Camelozampa
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