La storia dello Schiaccianoci per me è la “Storia” di Natale (è stato anche uno dei primi post su Scaffale Basso!). Il balletto di Pëtr Il'ič Čajkovskij è il sottofondo ai preparativi in casa mia, anno dopo anno, e quando ho visto che per Interlinea era uscita l’edizione di Alexandre Dumas (Histoire d'un casse-noisette) con le illustrazioni originali della prima edizione del 1845 di Bertall non ho potuto non proporvelo nelle strenne, anche perché è un romanzo avvincente e splendido che vale la pena di leggere per intero!

Dumas, in realtà, non fu lo scrittore originale della storia, fu Ernst Theodor Amadeus Hoffmann, ma la versione francese, edulcorata rispetto all’originale, ebbe un successo senza eguali, tanto che fu questa la versione da cui nacque poi il famoso balletto. 

Se volete approfondire il discorso sulla relazione delle due versioni potete partire da questo attento articolo di Anna Castagnoli, io invece vi racconterò del romanzo di Dumas.

La storia è simile alla trama del balletto, ma naturalmente molto più ricca; la narrazione è ottocentesca e dovete immergervi in questa cultura e in questo tempo: è un’esperienza unica!

«C’era una volta nella città di Norimberga un presidente molto stimato che veniva chiamato il signor presidente Silberhaus […] Aveva un figlio e una figlia. Il figlio di nove anni, si chiamava Fritz. La figlia, di sette anni e mezzo, si chiamava Marie». Dopo alcune pagine di deliziose e dettagliate descrizioni che ci presentano i personaggi principali della storia - oltre a Fritz e Marie, il padrino Drosselmayer la storia si apre su una vigilia di Natale e sull’attesa fremente dei due bambini. 

La balia li tiene d’occhio, mentre dialogano tranquillamente, ma pieni di aspettativa: la sala sta per aprirsi e rivelerà l’albero addobbato e doni e i dolci. I genitori sono chiusi dentro: hanno accolto il Bambin Gesù con i regali. Cosa avrà mai portato?

Marie spera una bambola, mentre Fritz ha fatto capire a papà «che nella sua scuderia starebbe proprio ben un bel cavallo sauro e gli ha fatto pure notare che non esiste esercito ben organizzato senza cavalleria leggera e che gli manca uno squadrone di ussari».

I bambini di allora vivevano un mondo dove l’immaginazione e il gioco facevano parte della realtà in modo più prepotente e tangibile ed è proprio in quest’area grigia di confine esteso che la fiaba dello Schiaccianoci nasce e fiorisce. L’euforia e la felicità davanti ai doni è contagiosa: Fritz sale sopra il suo Bufecalo di legno e Marie battezza con il nome di Claire la nuova splendida bambola. Arrivano anche i regali di Drosselmayer, consigliere di medicina ma soprattutto esperto costruttore di giocattoli animati, frutto di una meccanica che sembra fare a gara con la magia. Eppure il complesso castello automatico con figure che si muovano e danzano sembra quasi non colpire i bambini; ciò che innesta la storia vera e propria è «un delizioso omino», appoggiato in modo quasi sbadato all’albero,.

«“È il vostro servitore comune, d’ora in avanti sarà incaricato di rompere tutte le noci che mangerete”»: è uno schiaccianoci.

E se Marie naturalmente calma e paziente ha quasi timore ad usarlo, Fritz nel tentativo di fargli spaccare un guscio di dimensioni spropositate gli rompe alcuni denti. Marie è disperata, lo assiste, lo cura, addirittura resta a vegliarlo mentre ormai, a notte inoltrata, sono tutti andati a letto. E in quella notte tra la vigila e il Natale accade la magia. Marie si trova coinvolta in una storia che capiamo immediatamente avere antefatti complessi: lo Schiaccianoci si scontra con  il re dei topi, terribile con le sue sette teste coronate, e i giocattoli si uniscono tutti nella guerra contro i topi, arrivati dappertutto.

I giocattoli trascinano Marie, dapprima solo spettatrice, in un mondo vivo, il loro mondo incantato. In un crescendo di pathos che segue il dettagliato svolgersi del conflitto, l’apice si raggiunge con l’ingresso attivo di Marie (anzi della sua scarpa), nella vicenda e con il suo immediato ritirarsi, a causa di uno svenimento.

A differenza del balletto, nel romanzo a questo punto si apre una lunga digressione che inizialmente sembra una fiaba nella fiaba, ma che poi comprenderemo essere invece la narrazione dell’antefatto che colloca tutti i personaggi nel loro ruolo: Storia della noce Kralatuk e della principessa Pirlipate. Tra principesse incantate, Rattone orgogliose e figli ingordi, incantesimi, maledizioni (quella lanciata a Pirlipate è paurosa, ma si scioglierà come in tutte le fiabe!), culle circondate da gatti perennemente accarezzati, astronomi, predizioni, noci magiche… veniamo catapultati in una mondo al cui centro c’è Drosselmayer, figura ponte tra il racconto e il reale, e che funge da ancoraggio interno alla storia esterna che stiamo ascoltando. Svelati gli antefatti, la piccola Marie, che viene creduta in preda a deliri, ha tutta la nostra comprensione. A questo punto, la vicenda volge velocemente al termine: la sfida finale e il viaggio nel Paese delle Bambole rappresentano il coronamento di una storia dove il gioco, l’immaginazione, i giocattoli e i dolci non sono altro che compagni reali dell’infanzia. 

Le descrizioni minuziose ricche di colore, dettagli, odori, profumi, sono davvero travolgenti, nel senso che il lettore vede, tocca e immagina accanto a sé i vestiti, le stanze di casa, i personaggi, il regno delle bambole…viene catapultato nella casa di Norimberga e nelle avventure (o nei sogni) di Marie. La sintassi è scorrevole e davvero piacevole all’orecchio e i dialoghi spezzano l’avanzamento della narrazione. Il tono ottocentesco comunica quella gentilezza e quel rispetto formale che abbiamo perso: una musica per le orecchie. 

Se volete una storia di Natale con balocchi, omini di pan pepato, scatole di latta, giocattoli fiammanti, boschi di marmellata, pianure di zucchero candito, eserciti ardimentosi, tradimenti e incantesimi, Storia di uno Schiaccianoci. Favola di Natale è il libro per voi!

Una lettura natalizia perfetta: dagli 8 anni.

P.S. il formato piccino sembra dire “non sono per bambini”, non credeteci!

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Storia di uno Schiaccianoci. Favola di Natale Alexandre Dumas - Bertall - Marina Vaggi (traduttrice) 200 pagine Anno 2019 Prezzo 12,00€ ISBN 9788868573072 Editore Interlinea
Commenti
20 Dicembre 2019
Giulia Valsecchi

Ciao Maria, grazie per i consigli, fai proprio venir voglia di leggere! E anche per l’idea di accompagnare il libro a un oggetto, è una bellissima idea di regalo:) buone feste!

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