Il rischio che nei libri ci siano solo bambini ideali, idealizzati, perfetti ed immaginati è un rischio reale, soprattutto se consideriamo che tendenzialmente è il genitore a scegliere il libro per il bambino. I bambini fastidiosi, odiosi, insopportabili se presenti sono spesso soggetti che alla fine della storia sono ricondotti all’accettabilità attraverso l’espiazione o il cambiamento, secondo un’ottica molto adulta. Non si può fare certamente di ogni erba un fascio, anche perché la letteratura ha insito nella sua natura qualcosa di ideale, esemplare e teorizzato, ma è anche vero che i bambini felicemente o tristemente terribili sembrano popolare realtà piuttosto che gli albi illustrati recenti!
Perché leggere ad un bambino un libro con un personaggio impertinente o maleducato? Non lo si fa, perché di norma si pensa che il bambino debba prendere il protagonista a modello di vita - come se i bambini non sapessero discernere contesti e situazioni -, privando completamente le storie del loro carattere ludico e divertente. E non perché la maleducazione sia divertente, ma perché il piglio della sfida, dell’esagerazione, della prova dei propri confini è un’esperienza molto vera e sana. I bambini non vedono spesso rappresentato questo lato adorabilmente provocatorio del loro crescere, riderne insieme è tra l’altro un modo per guardare con affetto, ma anche con giudizio - perché no!? -, proprio quegli atteggiamenti.
Eccovi dunque due tipetti tosti e tre libri, che credo faranno molto sorridere i vostri bambini dai 3 anni in su!
Non fai il bravo? e Che maleducato! di Alex Sanders sono una dichiarazione di intenti, fin dal titolo. I libri sono pensati come libri interattivi e presuppongono un dialogo costante con il lettore: sulla sinistra il testo in stampatello esplicita la voce del lettore, sulla destra il lupo risponde con i suoi fumetti.
«“Oh… ma chi è che entra senza nemmeno bussare?” “Ovvio, il lupo!»
«“Complimenti! Ma chi ti credi di essere, signor Lupo? E buongiorno non lo sai dire?” “Io so dire cacca”».
Il testo, concedetemelo, è esilarante, tra porte sbattute, risposte per le rime, scorregge… tutti si soffermano a giudicare questo lupetto e i suoi modi, ma del lettore non diciamo niente? Il testo dell’interlocutore, che immaginiamo come una voce adulta, è tutt’altro che cortese! Il finale è da ridere e genuinamente strappasorrisi, come sanno essere solo i bambini dopo le loro smargiassate!
Ugualmente spassoso è Non fai il bravo? dove il lupo cede il testimone di ‘monello con i fiocchi’ al bambino che si presuppone accompagni il lettore adulto:
«“Io i bambini che fanno troppo chiasso e che strillano tutto il giorno… me li mangio!” “Davvero?! E i bambini che fanno i monelli? Quelli che rompono tutto e non mettono mai a posto? Pure loro?” “Gnam! Gnam! Sì! Mi pappo pure quelli!”».
Il colpo di scena, con l’adulto che si improvvisa difensore del bambino fa morir dal ridere.
«“E i bambini bravi.. Ti mangi pure loro, signor Lupo?” “Ehm… Non saprei… Non ne ho mai visti… Ehm … Ma esistono?” “Sì proprio qui di fronte a te!”».
Anche qui il finale inaspettato farà sorridere tutti quanti!
I libri giocano naturalmente sullo stereotipo eterno del “lupo cattivo”, declinando questo attributo secondo un’accezione moraleggiante (il protagonista di fatto non è cattivo, ma solo maleducato o, meglio, provocatorio!). La costruzione illustrativa del volume è ben pensata: cartonato (i bambini lo vorranno sfogliare e recitare all’infinito!), con il solo lupo su sfondo bianco a tutta pagina che con fare interlocutorio si rivolge al lettore, come in un effettivo dialogo, fitto e incalzante. Due libri specchiati a cui chiedere di ridere, ma non solo!
Infine nuovo nuovo è arrivato Croc Croc mordicchia! (con un titolo che meno azzeccato non si poteva scegliere!) dove a impersonare il monello è un coccodrillo, Croc Croc. Anche in questo caso il testo si basa sul dialogo con il lettore, lasciando però che il bambino risponda autonomamente, senza suggerire le parole: «“Ciao, che bello vederti qui! Come ti chiami?». Il giro della pagina scandisce il tempo della risposta: «“Piacere di conoscerti! Io mi chiamo Croc Croc”». Il testo avanza con domande che sembrano indirizzate a conoscersi meglio: il gioco preferito, il pupazzo preferito, il libro preferito… E il cibo preferito? Vuoi sapere qual è il cibo preferito di Croc Croc? La spiazzante spontaneità con cui il piccolo protagonista cercherà di sbranarti non lascia indifferenti neanche i più rigidi genitori! L’impostazione grafica è la medesima dei volumi appena descritti, salvo il pirotecnico finale pop-up. Ancora una volta la spacconaggine, la schietta violazione del politically correct possono spiazzare gli adulti, ma risultano assolutamente pertinenti e vivamente riconoscibili agli occhi dei bambini, che ne godranno con allegria.
Da prescrivere soprattutto a tutti quei bambini che non amano leggere, semplicemente perché non trovano alter ego degni della loro personalità!