Le poesie di Aileen Cleveland Higgins, portate per la prima volta in Italia dall’editore Pulce con le illustrazioni di Jessie Willcox Smith, ricordano una raccolta che l’ha preceduta, ma che storicamente in realtà è nata ben vent’anni dopo: quella del famoso romanziere scozzese Robert Louis Stevenson.
Tempo di volare (Dream Block), raccolta del 1908, ci regala un tono accogliente ma diverso da quello delle poesie raccolte in Felice come un re (1928).
Cleveland Higgins, come Stevenson, ha ricordi vividi dei giochi, dei momenti, dell’emozioni che l’infanzia le ha regalato e le trasferisce nella pagina con una vividezza che è fresca e giovane ancora oggi.
Manca - questo va detto per coglierne la peculiarità - il desiderio di trasfigurare quegli attimi, che invece è proprio di Stevenson. Questa peculiarità che potrebbe parere un limite della raccolta è in realtà, secondo me, un buon esempio di una poesia curate nelle parole e nelle immagini, capace di parlare a bambini molto piccoli, fin dai tre anni.
Le poesie narrano di giochi, di momenti, di luoghi, di persone che popolano l’infanzia durante tutto l’anno. Il mondo che si erge tra le pagine è filtrato dalla percezione dello sguardo bambino:
«Oggi le belle fate smaniose
hanno disteso sul letto di rose
il loro filo brillante e argentato
per catturare rugiada di prato.
Ma tu non ci credi e continui a dire,
perché ti piace negare mentire, che non è vero,
che non è (che) un sogno
e che è soltanto una rete di ragno»
Le poesie prediligono un accento naturalistico, che racconta di un’infanzia a contatto con il giardino, il bosco… lo spazio della vera libertà.
«Seguo le tracce di una rana
andando a spasso sul sentiero
osservo un ape che si allontana
incontro un coniglio dal muso nero.
Non scappa via, non è in ritardo
vorrei anch’io una bella pelliccia
lui è d’accordo e ricambia lo sguardo
siamo già amici, noi pappa e ciccia»
La noia, quando si attende di uscire per la festa immobili nel vestito buono, i detestabili giorni di pioggia, le letture con la mamma, ma anche le grandi domande dei bambini:
«Quando un bambino ormai è cresciuto
dopo, da grande dov’è che va?»
«Quando arriverà la morte
qualcuno ti abbraccerà forte?
Ti starà davvero vicino
come quando eri bambino?
E si prenderà cura di te
come di un piccolo bebè?»
Jessie Willcox Smith Mostra di saper cogliere con naturalezza l’atteggiamento concentrato dei momenti di solitudine infantile con esattezza. Anche le rappresentazioni più classiche non risultano mai “in posa”, ma suggeriscono uno sbilanciamento dato da soglie e movimenti attenti ma in atto. Una raccolta poetica in rime baciate o rime alternate che suonerà nelle orecchie dei bambini con semplicità e bellezza.