La talentuosa Simona Ciraolo, sarda di nascita ma ora di base a Londra, ci offre un nuovo “controverso” capitolo sul tema abbracci, tanto immediato, intenso e intimo quanto sfaccettato e difficile da raccontare. Si chiama Abbracciami il suo nuovo libro, portato in Italia da Emme edizioni, e sulla copertina campeggia un adorabile pianta grassa con le braccine protese, pronta ad essere stritolata di coccole.
Come avrete immaginato la storia gioca proprio intorno a questo soggetto e con questo soggetto, felice intuizione dell’autrice e illustratrice: le tondeggianti forme cicciottose che chiamano solo abbracci e le spine che caratterizzano la conformazione delle piante grasse, appunto. Ma andiamo con ordine.
«Felipe veniva da una famiglia antica e famosa che amava presentarsi bene e comportarsi al meglio. Una famiglia pulita, ordinata e attentissima a rispettare gli spazi degli altri».
L’illustratrice mostra da subito di aver scelto il soggetto (la pianta grassa) non come espediente narrativo casuale, forzando in qualche modo caratteri e fisionomie, è invece un vestito cucito a su misura dove illustrazione e personaggio narrativo coincidono: le piante grasse sono rigide di natura, non si piegano alla pioggia, né ondeggiano al vento, le spine certamente impediscono certamente i contatti e nello stesso tempo i fiori meravigliosi che nascono in primavera donano loro un so che di aristocratico. Felipe però, piccolo cactus dal fiore fucsia, desidererebbe solo un abbraccio «ma i suoi parenti proprio non ci arrivavano». Lui ci prova, si protende, sorride, allunga i braccetti ma nessuno lo degna del minimo sguardo. Così quando arriva quel tondeggiante, giallo, «tipo sfacciato, [e] imprudente» che invece sembra gettarsi nelle sue braccia, Felipe crede forse di aver raggiunto la felicità, se non fosse che «BUM. Scandalo a Villa Cactus palloncino aggredito da cactus di nobili origini. Vergogna su tutta la famiglia». Vessato e incompreso Felice felice di togliere le sue radici e di trasferirsi «ma ovunque andasse non era il benvenuto». Il moderno “brutto anatroccolo” rifiutato dalla sua stessa famiglia e dal mondo non troverà altra soluzione che la convinzione della solitudine come idea di vita: «alla larga o pungo». Fino ad un certo giorno, il giorno in cui si accorse che non era il solo a sentirsi profondamente solo. Allora «la sua vita cambiò».
Ho amato profondamente le illustrazioni di Simona Ciraolo, sin dall’uscita inglese del suo libro, ho apprezzato moltissimo la coerenza illustrativa e narrativa dove i personaggi, come vi dicevo, sono rappresentazione vera e non maschere di parole, tuttavia quando ho letto la storia a Saverio la sua prima reazione è stata: “Mamma, non è possibile che siano la sua famiglia e non lo vogliano abbracciare”.
Questa considerazione molto semplice mi ha interrogato sui destinatari di questo libro: a chi regalerei questa storia? Certo un libro bello val la pena di essere sempre ricevuto, ma questa storia a chi sarebbe capace di offrire la parola giusta? Credo ad un adulto.
La speranza di essere accolti per come si è è un desiderio di ogni cuore, il fatto di esserlo a prescindere dalla propria famiglia implica un giudizio doloroso che ha volte va dato, ma che è adulto. Il brutto anatroccolo di Andersen, rifiutato, ritrova la sua famiglia, in questo caso il cactus trova un amico, che certo sembra diventare la sua famiglia, ma la sua famiglia d’origine non è capace di prendersi cura di lui, lo rifiuta e lo respinge.
Gli abbracci ancora una volta superano l’orizzonte della semplicità e forse giungono ad un livello profondo e intimo della relazione con l’altro, necessario per vivere eppure assai doloroso.
Certo i colori e il tratto meravigliosamente segnato dell’illustratrice, l’esattezza descrittiva, i movimenti dei colori e la palette cromatica calda mai vi faranno pensare alla durezza (vera!) dell’emozione descritta.
Il dialogo è aperto, io però intanto ho iniziato a collezionare piante grasse.
Abbracciami
Simona Ciraolo - Michele Piumini (traduttore)
32 pagine
Anno: 2016
Prezzo: 13,90 €
ISBN: 9788867145393
Credo proprio che sia così!
Probabilmente la famiglia è troppo aristocratica per pensare a cose frivole e poco eleganti come gli abbracci. A modo loro amano il piccolo ma non ne capiscono la spontaneità e semplicità, tanto è vero che quando inavvertitamente fa del male all’amichetto giallo nessuno sembra comprendere che non lo ha fatto apposta. Pensano solo allo scandalo perché interessati solo alla reputazione…