Un altro albo ritornato sugli scaffali italiani è Attenti alle ragazze di Tony Blundell, la traduzione è stata affidata a Laura Bernaschi che mi ha raccontato tutto l’iter di lavoro intorno a questo testo. Confrontarsi con un buon lavoro precedentemente fatto non è semplice, Laura è molto chiara nel raccontarcelo.
Vi lascio alle sue parole e la ringrazio molto!
Quando Il Barbagianni mi ha chiesto di tradurre Attenti alle ragazze di Tony Blundell, ho accettato con entusiasmo. Non conoscevo quell’albo ma, dalle prime informazioni che avevo cercato, avevo capito che era molto apprezzato dai piccoli lettori d’oltremanica. Ero entusiasta sì, ma a posteriori direi anche un po’ spavalda.
L’editore mi ha spiegato che esisteva già una versione italiana, una splendida versione italiana, ma non sapevo chi fosse il traduttore e inizialmente ho scelto di non informarmi, né tantomeno leggere quella traduzione per non esserne condizionata. Mi sono dunque buttata nella lettura e nello studio di un testo che ho amato da subito: divertente, ironico e sotto tanti punti di vista attuale. Tradurlo è stato altrettanto divertente, ma non semplice: la difficoltà maggiore è stata rispettare l’armonia e la coerenza tra le tante e continue sfide a cui il lupo tontolone è sottoposto dalla ragazzina. La costruzione del racconto in inglese è perfetta, la versione italiana non poteva certo permettersi di guastare quell’equilibrio delicato.
Ed eccomi di fronte alla prima richiesta strampalata della bambina al lupo: per sembrare davvero sua nonna, dovrà indossare “un ampio vestito grazioso e fiorato”. Fiorato? Mmh… ma dai, su: FIORITO!
I piccoli lettori si sarebbero aspettati una rima, ne ero certa. Una bella sfida: arricchire il testo di rime e assonanze. Il Barbagianni era d’accordo, a patto di non stravolgere l’intenzione della versione originale, in cui le rime erano assenti. Ecco dunque che “il gran copricapo” si fa “sfarzoso e piumato”, le scarpe sono color “rosso fuoco, con tacchi alti non poco” e la pietra tra le braccia del lupo è “pesante e dalla forma tondeggiante”.
A lavoro ultimato, è arrivato il momento del confronto con la prima traduzione. Di Laura Pelaschiar. Mica una qualunque, accidenti, Laura Pelaschiar. La traduttrice di tanti libri per bambini che sono diventati dei classici, come Il Gruffalò di Julia Donaldson o Dov’è la mia mamma? (sempre della Donaldson), che tutte le sere racconto a mio figlio di due anni prima di dormire, non ho bisogno di leggerlo, lo so a memoria. Ero stata spavalda, altroché.
Di differenze tra le due versioni ce n’erano, ma mi sono resa conto che anche la mia interpretazione del testo funzionava piuttosto bene.
Oltre all’introduzione di rime e assonanze, ci sono vari passaggi risolti diversamente. Cambia l’incipit, tanto per cominciare: il “c’era una volta” della vecchia edizione lascia spazio al cliffordiano “era una notte buia e tempestosa”. Mi piaceva il contrasto che veniva a crearsi tra un incipit così solenne e la situazione ridicola che quell’incipit annunciava: un lupo immerso nella lettura di Cappuccetto Rosso.
Poco oltre, la ragazzina squadra il lupo “dalla testa alle zampe”, anziché “ da cima a fondo”, perché i bambini trovano divertenti i modi di dire storpiati, in questo caso a vantaggio di una semantica animalesca.
Nella nuova traduzione la bambina per pranzo gradisce “una squisita zuppa inglese”, anziché una più generica “crema”. Ho scelto una traduzione letterale mantenendo la zuppa inglese della versione originale perché credo che i bambini italiani, magari pur non avendola mai assaggiata, abbiano se non altro sentito nominare quel dolce. E, anche in questa occasione, mi divertiva la contrapposizione tra la goffaggine del lupo e le abitudini sofisticate di una ragazzina che non si siede a tavola se non le viene servita la zuppa inglese.
Nella conclusione, ho scelto di calcare la ripetizione della parola “su” per enfatizzare il climax di quell’ascesa inesorabile del lupo verso il cielo: “Il lupo andava sempre più su. Su sopra gli alberi. Su sopra la foresta. Su e ancora su”. Di nuovo: trovavo divertente il contrasto tra la solennità del linguaggio e la situazione ridicola in cui si era cacciato il lupo, che a quel punto finisce per fare anche tenerezza.
L’intento, dunque, è stato quello di arricchire la trama, chiaramente già di per sé esilarante, con un linguaggio altrettanto ironico.
Il lavoro di revisione con gli editor è stato meticoloso e stimolante e del risultato finale non posso che dire che siamo davvero molto soddisfatti.
[…] ma tradurre un libro per bambini molto piccoli (dai 3 anni) rappresenta una sfida non da poco. Su Scaffale Basso Laura Bernaschi racconta come ha rispettato la coerenza di Attenti alle ragazze di Tony Blundell […]