Che respiro di liberà e che considerazione della statura dei bambini si percepisce tra le pagine di Vado via! novità fresca fresca di Bohem press a firma di Betty Colombo e Paloma Canonica!
Non collegato, almeno fattivamente, alla collana dei Bohemini mini, questo albo illustrato si collega invece idealmente a quell’origine, ponendo al suo centro una bambina vera e raccontandone con sincerità e onestà i moti dell’animo, grazie anche ad un testo schiettamente rivolto ai bambini e per nulla ammiccante agli adulti.
Quanti di noi ad un certo punto della loro infanzia hanno fatto fagotto pronti ad andarsene, ammaliati dalla possibilità di togliere le tende da casa, frustrati da dinamiche familiari che non sentivamo più commisurate al proprio “essere grandi”?
La rabbia, la frustrazione, la disobbedienza sono moti dell’animo che la modernità vorrebbe inscatolare, contenere, nascondere, correggere… moti dell’animo sui quali si sorvola o ai quali si dedicano libri capaci di curare questo scatenarsi e di ricondurre il bambino alla calma e alla quieta obbedienza. Non è questo il caso.
«Ho deciso: vado via! / Mi sta stretta casa mia!… Sono stufa di ubbidire / e di aver tarpato il dire».
La protagonista di questa storia insomma ha raggiunto il limite di sopportazione della sua famiglia: le limitazioni, le prescrizioni, i rimproveri rimbombano nelle parole arrabbiate della bambina.
«Ho deciso: vado via! / Che gran barba casa mia!».
Tra la camera da letto e il corridoio, tra i giochi sparsi sul parquet e le scale di casa prende vita il piano: la protagonista, spalleggiata dal suo coniglietto di pezza, raduna tutto il necessario per trasferirsi; una grande tovaglia e il fido carretto rendono effettiva la partenza.
Come una moderna Max, la protagonista prende il mare e approda su di un’isola rigogliosa ma deserta, dove si accampa grazie alla sua tovaglia trasformatasi in tenda.
«Se mi metto con impegno, / stipo tutto nel mio regno, / nella mia tana segreta / dove alfine viver lieta». La vita isolana però è percorsa dalle eco delle insoddisfazioni che hanno causato la partenza «Via da questi genitori / impiccioni e guastatori! / Voi provate a cercarmi / a chiamarmi, a volermi! / Io non esco dal mio buco: / sono testarda come un ciuco!».
Le immagini giocano sapientemente con i due punti di vista: quello della bambina e quello esterno alla bambina, in una sequenza armonica e realistica dove immaginazione e realtà appaiono come due diverse facce di un’unica medaglia.
La fame, ancora una volta (ricordate che anche per Max fu in parte così?) innesca il meccanismo del ritorno.
«Se sto ferma al mio posto / sento aroma di un arrosto. / Se aguzzo un poco il fiato / sento odor di cioccolato».
La bambina accetta un momentaneo rientro, ma solo per avere le forze per viaggiare ancora più lontano: è una concessione ai genitori la propria comparsa a cena.
«Vengo a tavola con voi: / mamma, so che tu lo vuoi! Ma poi torno al mio isolotto / che troneggia là in salotto. / Per potermi visitare / imparate voi a nuotare!». La chiusura dell’avventura con queste parole ed un’immagine eloquente sono tanto vere, quanto confortanti, perché ribadiscono quella che poi è la vera richiesta che la rabbia e la frustrazione generano nel bambino: voler essere guardati e raggiunti!
Le rime di Betty Colombo sono incalzanti e perfette nel loro dipanare il pensiero bambino. Il discorso è diretto e schietto, con qualche concessione lessicale (ricercata) che però non stona e anzi evita alla lingua la caduta nella banalizzazione. Le pagine si leggono d’un fiato, seguendo il flusso dei pensieri della protagonista, le immagini nella loro semplicità gioiosa rendono quotidiano e reale quello che in Sendak era metaforico ed epico.
I bambini troveranno nelle rime parole per i loro pensieri e gli adulti saranno costretti ad ascoltarli, a comprenderli e ad accoglierli. Ai bambini può non piacere una determinata situazione, possono essere stufi, frustrati, arrabbiati giustamente ma anche irragionevolmente (come succede a volte anche a noi adulti!).
Un libro di bambini, per bambini. Un gioioso inno alla voglia di crescere e alla voglia di mamma e papà declinato in una quanto mai realistica e divertente voce di bambina.